• 22 Novembre 2024 20:19

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

San Giuseppe

Letture: 2Sam 7,4-5.12-14.16; Sal 88); Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24

Riflessione biblica

“Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa” (Mt 1,16.18-21.24). Non agì per impulso, ma con pieno dominio di sé, con equilibrio interiore e piena adesione alla volontà di Dio. Fu attento alla voce dell’angelo, aperto al mistero che lo Spirito stava per compiere nella sua sposa, umile nell’accettare la volontà di Dio, pronto ad eseguirla. Nell’obbedienza, si fece collaboratore di Dio, compiendo ciò che gli aveva ordinato l’angelo del Signore e favorendo così la discendenza davidico-messianica di Gesù (Lc 2,4). Alla luce della rivelazione, trasmessagli dall’Angelo, si rivelò uomo di fede: valutò le circostanze, mostrò rispetto per il mistero che si compiva in Maria, anche se difficile ad accettare. san-giuseppe-300x300 Giuseppe: uomo giusto, custode del Verbo incarnatoHa creduto e con la sua fede si è aperto al mistero di salvezza, che Dio stava per compiere per il suo popolo. Silenzioso, ma operoso per realizzare il progetto di Dio. Non pronunzia parola, ma si immerge totalmente nel mistero di Dio, obbedisce accogliendo di essere suo collaboratore. Si fece presenza attiva accanto a Maria: crede nella parola dell’angelo e accoglie con delicatezza Maria che nasconde in sé il frutto generato dallo Spirito di Dio. Fu presenza amorosa anche per Gesù: lo guidò con saggezza nella sua crescita di uomo, lo protesse nei momenti di pericolo, lo assistette con amore testimoniando la giustizia santificante di Dio. Premuroso, custodì Gesù, lo protesse dalle minacce di Erode portandolo in Egitto e lo fece “crescere in età, sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52). Esempio di laboriosità, lavorò con le sue mani e tutto compì per Gesù: “Tutto ciò che fate, in parole e opere, tutto fate nel nome del Signore Gesù, a gloria di Dio Padre” (Col 3,17). In unione a Gesù, anche il nostro lavoro sia servizio di amore ai fratelli: “Vi esortiamo, fratelli: vivete in pace, attendete alle cose vostre e lavorate con le vostre mani, per condurre una vita decorosa di fronte a tutti” (1Tess 4,11-12).

Lettura esistenziale

Sacra-famiglia-02-298x300 Giuseppe: uomo giusto, custode del Verbo incarnato“Scese dunque con loro e venne a Nàzareth e stava loro sottomesso” (Lc 2, 51). Nel Vangelo non troviamo discorsi sulla famiglia, ma un avvenimento che vale più di ogni parola: Dio ha voluto nascere e crescere in una famiglia umana. In questo modo l’ha consacrata come prima e ordinaria via del suo incontro con l’umanità. Nella vita trascorsa a Nàzareth, Gesù ha onorato la Vergine Maria e Giuseppe, rimanendo sottomesso alla loro autorità per tutto il tempo della sua infanzia e adolescenza. In tal modo ha messo in luce il valore primario della famiglia nell’educazione della persona. Da Maria e Giuseppe Gesù è stato introdotto nella comunità religiosa, frequentando la sinagoga di Nazaret. Con loro ha imparato a fare il pellegrinaggio a Gerusalemme, come narra il brano evangelico che l’odierna liturgia propone alla nostra meditazione. Quando ebbe dodici anni, rimase nel Tempio, e i suoi genitori impiegarono ben tre giorni per ritrovarlo. Con quel gesto fece loro comprendere che egli si doveva “occupare delle cose del Padre suo”, cioè della missione affidatagli da Dio (cfr Lc 2,49).

Questo episodio evangelico rivela la più autentica e profonda vocazione della famiglia: quella cioè di accompagnare ogni suo componente nel cammino di scoperta di Dio e del disegno che Egli ha predisposto nei suoi riguardi. Maria e Giuseppe hanno educato Gesù prima di tutto con il loro esempio: nei suoi Genitori, Egli ha conosciuto tutta la bellezza della fede, dell’amore per Dio e per la sua Legge, come pure le esigenze della giustizia, che trova pieno compimento nell’amore (cfr Rm 13,10). Da loro ha imparato che in primo luogo occorre fare la volontà di Dio, e che il legame spirituale vale più di quello del sangue.

La santa Famiglia di Nàzareth è veramente il “prototipo” di ogni famiglia cristiana, sul suo esempio, possa ogni famiglia essere segno di unità e di amore oblativo, mettendo al centro Cristo.