• 23 Novembre 2024 2:28

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46 anni fa l’assassinio di Pasolini, il ricordo dell’intellettuale corsaro

di Salvatore Di Bartolo – La notte tra l’1 ed il 2 novembre 1975, all’età di 53 anni, Pier Paolo Pasolini venne barbaramente ucciso all’idroscalo di Ostia. Quel 2 novembre di 46 anni fa, l’intellettuale corsaro che attaccava il conformismo dei benpensanti e le oscure trame del potere divenne per sempre un martire della verità. ‘Una storia sbagliata’ quella dell’omicidio Pasolini come ebbe a definirla un immenso Fabrizio De Andrè nel brano del 1980 dedicato all’assasinio dell’intellettuale friulano. ‘A noi che scrivevamo canzoni, come credo d’altra parte a tutti coloro che si sentivano in qualche misura legati al mondo della letteratura e dello spettacolo, la morte di Pasolini ci aveva resi quasi come orfani. Ne avevamo vissuto la scomparsa come un grave lutto, quasi come se ci fosse mancato un parente stretto’, così il cantautore genovese volle ricordare cosa rappresentò per molti Pier Paolo Pasolini.

Nato il 5 marzo 1922, Pasolini visse a Casarsa in Friuli con la madre ed il fratello, morto poi partigiano. Di professione insegnante, nel 1950 si trasferì a Roma per sfuggire allo scandalo provocato dalla pubblica denuncia di “corruzione di minori” legata alla sua omosessualità, che gli costò tra l’altro anche l’espulsione dal Pci. Studioso, artista, scrittore ed intellettuale a tutto tondo, non smise mai di difendere, anche in sede giudiziaria, la sua radicale diversità. Le sue visioni, le sue idee e le sue analisi della società contrassegnate dall’amore per i poveri e per il mondo popolare, si sarebbero poi rivelate profezie.

Oggi, a distanza di 46 anni, Pier Paolo Pasolini, continua ad affascinare studiosi, intellettuali ma anche giovani e studenti. E continua ad farlo, nonostante quel 2 novembre del 1975, qualcuno abbia voluto non solo togliergli barbaramente la vita, ma anche infangare la sua storia, macchiarne il ricordo, cercare di annientarlo non solo nel presente ma anche nel futuro. Quarantasei anni dopo possiamo però affermare con certezza che quel qualcuno non è riuscito nel suo intento. Il ricordo di Pier Paolo Pasolini è ancora forte e vivo come quel 2 novembre 1975, e l’intellettuale corsaro continua oggi come allora ad essere un punto di riferimento per le nuove generazioni.